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La malattia venosa cronica e l’insufficienza venosa cronica

La malattia venosa cronica è una patologia molto diffusa soprattutto nel genere femminile e si presenta in vari stadi, dalle semplici teleangectasie (i cosiddetti “capillari rotti”) alle varici, fino alle forme più gravi rappresentate dagli esiti di patologie acute (trombosi venose).

L'insufficienza venosa cronica riguarda le alterazioni emodinamiche che fanno seguito alla malattia e rappresenta la difficoltà delle vene di favorire il drenaggio venoso dalla periferia del nostro corpo al cuore.

Molte donne nei Paesi industrializzati soffrono di disturbi riconducibili alla malattia venosa cronica. I primi sintomi dell'insufficienza venosa sono la comparsa di gonfiore alle caviglie, una sensazione di tensione a livello del polpaccio, gambe gonfie, gambe stanche e pesanti.
 

Sintomi e cause

Uno dei sintomi più frequenti lamentato dai soggetti con insufficienza venosa è rappresentato dalle cosiddette “gambe stanche” o “gambe pesanti”, particolarmente alla fine della giornata e/o durante il periodo estivo.

La causa delle gambe pesanti (e di altri sintomi caratteristici delle fasi iniziali della malattia venosa cronica quali prurito, irrequietezza o sindrome delle gambe senza riposo, bruciore, gonfiore) è da ricondurre all’aumento della pressione venosa ed alla dilatazione delle vene con conseguente rallentamento della velocità di circolo che si verifica prevalentemente durante la stazione eretta o seduta, prolungata. 

Chi ne soffre

Le donne sono colpite in misura maggiore rispetto agli uomini. I fattori di rischio più importanti sono:
  • La familiarità
  • L’età
  • L’obesità
  • Lo stato di gravidanza
  • Alterazioni posturali

Piccoli consigli in caso di gambe affaticate

  • Camminare e fare ginnastica con regolarità
  • Tenere le gambe “in scarico” (cuscino sotto il materasso durante il riposo notturno)
  • Portare delle scarpe con tacchi bassi (max 4-5 cm)
  • Evitare indumenti e calzature costrittivi
  • Evitare il caldo (esposizione al sole prolungata, bagni caldi, ecc.)
  • Finire la doccia passando acqua fredda sulle caviglie e sulle cosce
  • Massaggiare delicatamente le gambe dal basso verso l’alto
                                                

Altri aiuti per prevenirla:

Un metodo non invasivo è quello di esercitare una pressione dall’esterno tramite una calza a compressione graduata, ossia una calza in cui la distribuzione della forza di compressione (solitamente espressa in millimetri di mercurio -mmHg) favorisce il fisiologico ritorno venoso: più forte al piede ed alla caviglia e progressivamente meno forte alla gamba e alla coscia.
In questo modo, attraverso un’azione puramente meccanica, senza fare ricorso a farmaci, il flusso sanguigno viene aiutato a risalire verso il cuore migliorando l’azione della pompa muscolare, attiva durante il movimento.

Diversi principi attivi di origine vegetale hanno dimostrato di essere utili contro le problematiche venose, migliorando il flusso ematico, il tono venoso, il trofismo cutaneo e riducendo il danno endoteliale

Pur non potendo ripristinare, con la sola integrazione fitoterapica o farmacologica, l’integrità di un distretto venoso compromesso, è possibile limitare la progressione della malattia venosa in maniera significativa, tanto più efficacemente quanto più il processo è in una fase precoce.

Sono diversi i principi attivi di origine vegetale che hanno dimostrato attività utili a migliorare il tono venoso, il flusso ematico e il trofismo cutaneo, riducendo il danno endoteliale. Tra le varie piante utili a contrastare le problematiche venose troviamo il mirtillo nero, il meliloto, la vite rossa, la centella, l’ippocastano, il rusco oltre cha la diosmina, una molecola semisintetica modificata a partire dalla molecola di esperidina, estratta dagli agrumi.

Questi estratti vegetali contengono sostanze quali triterpeni, flavonoidi e saponine utili a stimolare la rigenerazione dei tessuti cutanei e sottocutanei, del tessuto connettivo perivascolare nonchè a migliorare l’elasticità delle pareti a fronte di una ridotta fragilità capillare.

L’azione degli antiossidanti quali antocianine è inoltre utile nel prevenire l’aumento della permeabilità vascolare e preservare l’integrità delle membrane cellulari, contrastando il danno da radicali liberi, inevitabilmente presenti in concomitanza a stati infiammatori dei tessuti.

 

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